Cosa posso fare se non provo nulla quando                   prego?

Che sensazioni provi quando parli con un amico? Le conversazioni con gli amici sono generalmente banali e comuni. Si finisce per parlare di cosa vorremmo fare, di cosa abbiamo in sospeso; si parla di persone, di come sono andati gli studi, insomma, niente di speciale. Nella preghiera avviene lo stesso. Perché allora non sempre ho voglia di pregare, mentre di parlare con i miei amici sì? Perché nella preghiera sono presenti due elementi chiave non presenti nelle relazioni umane: la fede e il silenzio.

In che senso è necessario avere fede per pregare?

Fede: Dio è lì che ti ascolta, che tu ci creda o no... per questo dipende da te credere che sia lì. È come se uno dei tuoi cantanti preferiti ti telefonasse e tu dubitassi che sia davvero lui o lei solo perché non lo senti cantare come al solito. Allo stesso modo Dio è lì.

Alla fine nella preghiera “proverai sensazioni”, solo se crederai davvero che stai parlando con Lui (e in realtà non si tratta di sentire, ma di sapere).

In che senso il silenzio fa parte della preghiera?

Silenzio: un amico ti manda un messaggio: “devo dirti una cosa. Ho bisogno di vederti SUBITO”. Quando poi vi incontrate andate in un posto tranquillo per parlare, un posto dove nessuno vi disturbi. Lì, se hai buona educazione, a un certo punto smetti di controllare i messaggi e i social per ascoltarlo meglio e metti a tacere la tua mente.

Gli presterai la massima attenzione, perché sai che ciò che vuole dirti è importante.

Allo stesso modo bisogna fare quando si vuole ascoltare Dio.

C’è troppo rumore (interiore ed esteriore). Cosa si consiglia?

Il rumore a volte dipende da cosa stavi facendo nei momenti precedenti la preghiera (cosa stavi guardando o ascoltando subito prima di iniziare?). Altre volte invece dipende da fattori esterni che non possiamo controllare.

Quando, per quanto tu ti sforzi, non è possibile eliminare del tutto il rumorìo interiore o esteriore, è utile integrarlo nel dialogo con il Signore, reindirizzarlo a Dio, fare in modo che il dialogo cominci proprio da lì.

Qual è il modo migliore di pregare?

È un cammino molto libero, ci sono tanti modi quante sono le forme per far crescere un’amicizia. Cerca di “connetterti” con Lui come faresti con un amico.

Come vincersi se non si ha voglia?

Sei scoraggiato e non hai voglia: (a) Perché credi che pregare non sia una cosa buona; (b) Perché pensi che tu non sia abbastanza buono o che non riesci e non faccia per te.

Pensa allora al desiderio che ha il Signore di ascoltarti e di parlarti.

È utile usare materiale di supporto (Bibbia, Podcast, canzoni, un libro spirituale, ecc.)?

Assolutamente sì. Ma, poiché pregare è un dialogo, dobbiamo utilizzare questi mezzi come aiuto per avere qualcosa di cui parlare con Dio. Non sarebbe logico impiegare la maggior parte del tempo a leggere o ad ascoltare una registrazione…

Come posso rendermi conto dei frutti della mia preghiera?

Darai frutti nella tua vita quotidiana, a volte senza rendertene neppure conto. Quando ricorderai qualcosa di cui hai parlato nella preghiera, ad esempio durante le lezioni o al lavoro, lì ci saranno dei frutti; quando proverai gioia senza alcuna ragione apparente... Se reagirai dicendo: questo lo dirò a Dio nella preghiera, lì ci sono già dei frutti.

Cosa fare quando mi distraggo durante la preghiera?

Ti è mai capitato, mentre stai parlando con un amico, di renderti conto di esserti perso nei tuoi pensieri per un momento? Poi ti accorgi che il tuo amico ha continuato a parlare e non sai che cosa ti ha detto. Per Dio sei molto importante. Così tanto che non smette mai di prestarti attenzione, e addirittura si mette nei tuoi panni quando ti distrai e ci passa sopra. Il bello è che, poiché Dio sa perfettamente che cosa ti ha distratto, puoi includere l’argomento della distrazione nella tua conversazione con Lui.

Quali sono le distrazioni più frequenti e come superarle? La stanchezza mentale

Hai molte cose da fare, molti impegni impellenti a cui pensare... e pertanto ti costa lasciare tutto per parlare con Dio nella preghiera anche solo per qualche minuto. Il modo migliore per superare questa difficoltà è provare ad interrompere uno o due minuti prima tutto ciò che produce rumore nella tua mente (smetti di ascoltare musica, di guardare i social, termina la chiamata, metti il cellulare in modalità aereo, ecc.).

Vedrai come in poco tempo raggiungerai un silenzio interiore che ti permetterà di connetterti con Dio.

Quali sono le distrazioni più frequenti e come superarle? La preoccupazione per le cose da fare

Preoccuparsi per le cose che si dovranno fare significa pensare a ciò che avverrà e non essere presenti a ciò che stai vivendo in quel momento. Per pregare, devi stare con Dio “qui e ora”. Puoi parlare delle tue preoccupazioni o dei tuoi desideri con Dio, ma nel loro contesto, sapendo che sono cose che sono già accadute o che forse accadranno.

Quali sono le distrazioni più frequenti e come superarle? La pigrizia

È la mancanza di voglia nel cominciare a fare qualcosa o la negligenza nel farla come si deve e nel portarla a termine. Tutti sperimentiamo una certa pigrizia nel fare cose che richiedono sforzo - e la preghiera è tra queste e richiede sempre uno sforzo. Dipende dalla nostra fortezza e dalla nostra perseveranza continuare anche senza voglia.

Una volta che avrai iniziato, se ti concentri, potrai perseverare nella tua conversazione quotidiana con il Signore.

Quali sono le distrazioni più frequenti e come superarle? L’aridità

È una sensazione di incapacità dell'anima ad esprimersi. Tutti abbiamo giorni così. L’aridità prima o poi passa. Dura meno tempo quanto più ti impegni a perseverare nel tuo momento di preghiera, anche se non ne hai voglia o non “ti attrae”. Non dubitare. Dio tornerà a riempirti di sé, tornerai a sentirlo con chiarezza e ad avvertire il calore dell’Amore di Dio. Ma in questo momento Dio ti chiede di andare avanti anche se "non lo vedi". Ti chiede un balzo in avanti di fede.

Quali sono le distrazioni più frequenti e come superarle? L’accidia

È uno stato grave dell’anima, quando la vita cristiana diventa indifferente. È quello stato in cui “pur sapendo cosa è importante, cosa sarebbe buono per me, comunque non lo farò”. Non è un momento isolato. È uno stato dell'anima. Uscirne non è facile, ma è possibile. Hai bisogno di cercare consiglio nella direzione spirituale, hai bisogno di letture che ti diano chiarezza e nuove luci per ritrovare la strada. In una parola: “riprogettarsi”. Potrebbe essere difficile, ma se lo vuoi, ci riuscirai. Ricorda che sei dalla parte dell’“Amico che non fallisce mai”.

Non è ipocrisia continuare quando non ho voglia di pregare?

Niente affatto. Anzi, è proprio il contrario. In ogni caso, sarebbe un segno di coerenza, di unità di vita, di fedeltà. Perseverare nella preghiera quando non ne hai voglia è uno dei segni del vero amore: quello che rimane saldo nonostante le difficoltà.

Come gestire i pensieri sul passato o sul futuro?

A Dio interessa che nella tua preghiera gli parli anche del tuo passato o del tuo futuro. Ma dobbiamo stare attenti che il dialogo non si trasformi in un monologo sulle nostre a volte eccessive preoccupazioni. Parlagli del tuo passato con gratitudine per la sua misericordia e per la sua protezione, e raccontagli ciò che ti preoccupa riguardo al futuro con una richiesta piena di fede e abbandono alla sua provvidenza paterna.